14 Dicembre 2023

Rimessa NCC: l’obbligo di rientro è obbligatorio?

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Il Noleggio Con Conducente (NCC) è un servizio personalizzato e di alta qualità, che si rivolge a clienti come manager, imprenditori, politici e VIP. Una delle questioni più importanti che riguarda i driver NCC è l’obbligo di rientro in rimessa.

La rimessa NCC è il luogo in cui i veicoli utilizzati per il servizio di noleggio con conducente vengono custoditi quando non sono in uso. Proprio questo aspetto differenzia un NCC da un taxi: gli NCC devono partire e tornare in una rimessa, mentre i taxi sostano su apposite aree riservate.

L’obbligo di rientro in rimessa per gli NCC è un tema che ha suscitato dibattiti e interpretazioni diverse, su cui si è pronunciata anche la Corte Costituzionale. Vediamo insieme come funziona questo aspetto.

Perché è importante parlare di rimessa?

Il tema della rimessa di un’auto NCC è importante perché, secondo la normativa, i mezzi che svolgono un servizio di Noleggio Con Conducente devono disporre necessariamente “di una sede, di una rimessa o di un pontile di attracco situati nel territorio comunale”

A differenza dei taxi, che possono attendere i clienti in specifiche aree pubbliche, i veicoli NCC partono dalla loro rimessa per ogni servizio e vi fanno ritorno al termine, a meno che non siano in servizio continuativo per un cliente specifico.

Obbligo di rientro in rimessa: cosa dice la legge?

Nel contesto del servizio di Noleggio Con Conducente (NCC), l’obbligo di rientro in rimessa ha rappresentato per lungo tempo un aspetto molto discusso, sia dal punto di vista normativo che operativo.

La svolta è avvenuta con la sentenza n. 56 del 26 marzo 2020 della Corte Costituzionale. Questa sentenza ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 10 bis, primo comma, lettera e) del Decreto Legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito con modificazioni dalla legge 11 febbraio 2019 n. 12.

In particolare, la Corte ha ritenuto illegittimo l’obbligo per i servizi NCC di rientrare in rimessa prima di iniziare ogni prestazione, un requisito precedentemente imposto dall’art. 11 della Legge 15 gennaio 1992, n. 21, come modificato dal Decreto legge 30 dicembre 2008, n. 207. 

La decisione della Corte Costituzionale ha evidenziato come tale obbligo imponesse un “onere eccessivo e irragionevole” ai conducenti di un veicolo NCC, costringendoli a effettuare viaggi di ritorno “a vuoto” alla rimessa prima di iniziare nuovi servizi. 

Non solo: la Corte ha giudicato questa disposizione sproporzionata rispetto all’obiettivo di differenziare i servizi NCC da quelli dei taxi, considerando anche le possibilità di booking offerte dalla tecnologia, che permettono di superare la necessità di ritornare fisicamente in sede per raccogliere le richieste.

In definitiva: come funziona ora il rientro in rimessa?

La decisione della Corte Costituzionale di rimuovere l’obbligo di rientro in rimessa per i servizi NCC è stato sicuramente un passo avanti nell’allineamento della legislazione ai moderni standard di efficienza e flessibilità. 

Questa mossa, che risolve una questione lungamente dibattuta, porta la L. 21/1992 in linea con le indicazioni fornite dall’AGCM e dall’ART, entrambe favorevoli a una maggiore libertà operativa per gli NCC. 

Nonostante questa importante evoluzione, ad oggi permane l’obbligo di ricevere le prenotazioni “presso la sede o la rimessa”. 

La Corte ha ritenuto tale requisito non illegittimo, considerandolo un elemento distintivo tra il servizio NCC e quello taxi, quest’ultimo caratterizzato da un approccio “di piazza” e rivolto a un’utenza indifferenziata. 

Ci sono però alcuni aspetti da considerare. In primo luogo,, l’interpretazione di questa normativa potrebbe essere influenzata dall’uso crescente delle piattaforme elettroniche. La possibilità di ricevere prenotazioni tramite queste piattaforme, anche quando il veicolo non si trova fisicamente in rimessa, potrebbe rendere meno pressante la presenza di questo obbligo. 

C’è però ancora un dubbio irrisolto sollevato dall’Antitrust riguardo la compatibilità delle piattaforme digitali con la normativa vigente. 

Il fatto che una piattaforma digitale, che facilita la connessione tra domanda e offerta di servizi NCC, non può rispettare una norma che impone agli autisti di  concludere i servizi in rimessa, lascia qualche perplessità interpretativa.

Ad oggi, si aprono nuove prospettive per il settore NCC, che dovrà trovare nuovi punti di incontro normativi e operativi tra le esigenze di un mercato in evoluzione e le leggi che cercano di adattarsi a queste nuove realtà.

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